Napoli si contraddistingue da sempre per la sua naturalezza e spontaneità, per l’eleganza innata, per la creatività, per il “dialetto napoletano”, riconosciuto a tutti gli effetti come una lingua.
La lingua napoletana, sin da tempi antichi, scorre nel sangue dei napoletani come qualcosa di innato, rimarcando l’appartenenza al territorio si riversa nelle strade, nei negozi, nelle botteghe.
Si ritrova facilmente un po’ ovunque, tanto che anche nell’ambito della sartoria, sono stati coniati modi di dire e termini “tecnici” in napoletano, che anche noi di Sartoria Cuomo siamo soliti utilizzare.
‘Ndrellant, sgarzillo, piett a baver, sono alcuni dei termini tipicamente usati nell’ambito della sartoria napoletana.
O ‘ndrellant, rappresenta l’imbastitura del tessuto. É il movimento ripetuto dell’ago che entra ed esce, la prima cosa che si impara quando si vuole intraprendere il mestiere del sarto.
Lo “sgarzillo”, meglio noto come “cran”, è il taglio che separa il rever della giacca dal collo.
“La giacca non parla” è uno dei modi di dire più comuni, che in genere si usa quando in fase di prova c’è qualcosa che non convince il sarto, non gli trasmette le giuste emozioni.
Insomma, qui da noi si diventa sarti frequentando la sartoria, respirandone gli odori, ma soprattutto imparando a parlare la stessa lingua!