Tutto ha un inizio, un percorso fatto di continui cambiamenti, una fine. Ma la fine non ha accezione negativa anzi, rappresenta un nuovo inizio, una nuova vita da scrivere e raccontare.
É così che prende vita, cresce e si evolve l’abito sartoriale, per poi cominciare a vivere.
Tutto nasce da un bel pezzo di tessuto pregiato, che viene accarezzato e modellato da mani sapienti, piene di amore e passione per il mestiere. Ma prima ancora del tessuto, ci sono persone, fatte di esigenze, di gusto, di personalità.
Il primo passo per realizzare un abito sartoriale è dato da un primo incontro “conoscitivo”, in cui si instaura un rapporto tra sarto e cliente, perché in questa fase la parola chiave è “fiducia”. Tutto parte dalla volontà di fidarsi e affidarsi a noi; si parla con il cliente per capire le sue esigenze ma anche i suoi desideri e successivamente si passa alla presa delle misure.
Le fasi seguenti, che rappresentano la base indispensabile per il lavoro di qualsiasi sarto, sono la realizzazione del cartamodello, il disegno sul tessuto, il taglio e infine l’imbastitura.
Dopo queste che potremmo definire fasi “embrionali”, viene realizzata una “prima prova” del capo. Senza rever, per il primo incontro tra il capo sartoriale e il cliente.
Il capo viene ottimizzato, si procede con le modifiche e con la realizzazione del rever, per giungere così alla “seconda prova”. Dopo di questa, l’abito giunge alla sua fase finale, dalle imbastiture si passa alle cuciture e alla rifinitura di ogni dettaglio.
In terza prova, il capo, ormai pronto, viene consegnato al cliente, “di padre in padre”. Da qui una nuova storia, quella dell’abito sartoriale che indossato comincia una nuova vita.